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TC MULTISTRATO
Principi Tecnici
L’introduzione della tecnologia multistrato ha consentito di superare gli
intriseci limiti dei sistemi a spirale single-slice che imponevano il
compromesso tra risoluzione spaziale e risoluzione temporale. La disposizione infatti
di più righe di detettori lungo l’asse longitudinale del paziente ha permesso
di eseguire esami con coperture volumetriche sempre più ampie per singola
rotazione e con spessori sempre più sottili. La conseguente elevata velocità di
acquisizione associata alla capacità di acquisire voxel isotropici
sub-millimetrici ha migliorato notevolmente la pratica radiologica rendendo
possibile un nuovo approccio alla valutazione dell’anatomia del cuore ed alla
sua vascolarizzazione.
I benefici di un sistema TC Multistrato rispetto ad un sistema TC spirale a singolo strato sono
significativi:
-
Uso efficiente
del tubo.
A parità di
volume esplorato, tempo di scansione e spessore di strato nominale, è possibile
aumentare il numero di informazioni (mAs), sovrapponendo gli strati in
acquisizione, senza maggiorazioni di carico per il tubo radiogeno, ottenendo
così una migliore risoluzione di contrasto.
Questi fattori portano ad aumentare
contemporaneamente risoluzione spaziale, temporale e di contrasto nelle
immagini, migliorando significativamente l’accuratezza diagnostica dell’esame.
La tecnologia multislice ha quindi superato quel limite rappresentato
dall’obbligato compromesso tra qualità di immagine e volume/velocità di
acquisizione che la TC-spirale single slice aveva conservato.
Artefatti da fascio conico - Ricostruzioni conebeam
L’incremento della
dimensione del detettore lungo l’asse longitudinale ha come conseguenza
l’allargamento del fascio radiogeno nella stessa direzione in modo che sia in
grado di investire completamente la superficie di detezione. Gli algoritmi di
ricostruzione 2-D fanbeam convenzionali assumono che ogni corona di detettori
venga irradiata da una sorgente radiogena separata disposta perpendicolarmente
ad essa. Questo provoca una registrazione dei dettagli anatomici su piani di
immagine diversi da quello reale.
Gli artefatti che ne
derivano sono tanto più rilevanti quanto maggiore è la distanza dei detettori
dall’asse centrale. Inoltre, poichè la distanza relativa dei detettori
dall’asse centrale dipende anche da parametri di acquisizione quali
Collimazione del fascio, Pitch e FOV (Field Of View), gli artefatti da
cone-beam sono fortemente legati ad essi, aumentano con l’aumentare del valore
dei parametri stessi.
I moderni algoritmi di ricostruzione 3-D conebeam sono in grado di
retroproiettare i dati nella esatta direzione di irradiazione della sorgente
assicurando un corretto allineamento dei piani immagine e l’assenza di
distorsioni nelle ricostruzioni anche delle strutture anatomiche più piccole
come ad esempio accade per le arterie coronarie.
La disponibilità di sistemi di calcolo in grado di effettuare un
elevato numero di operazioni in tempi inferiori al secondo ha permesso l’introduzione
di questi algoritmi complessi senza rendere la ricostruzione delle immagini un
processo critico nel flusso di lavoro di reparto. La velocità di ricostruzione
delle immagini dei sistemi TC di recente introduzione sul mercato raggiunge
infatti una frequenza di 40 immagini/secondo.
IMAGING DELLE CORONARIE
Il rapido sviluppo tecnologico ha
visto l’introduzione di sistemi a 8, 10 e 16 canali, già da tempo presenti sul
mercato, e la presentazione di tomografi in grado di acquisire fino a 32 – 40 –
64 strati contemporanei per rotazione.
L’incremento del numero di canali di acquisizione
va di pari passo, oltre che con la velocità di acquisizione, con la progressiva
riduzione dello spessore degli strati acquisibili contemporaneamente (intorno a
0,8 mm di spessore effettivo per sistemi a 16 canali). Il risultato
dell’utilizzo di spessori sottili è la disponibilità del voxel isotropico sub-millimetrico, cioè un elemento di volume che
ha la medesima dimensione lungo i tre assi x,y,z, e volume inferiore al millimetro,
pertanto è possibile utilizzare vantaggiosamente la tecnica di ricostruzione
multiplanare (MPR), ampiamente in uso già da diversi anni, rendendo non più
necessaria l’acquisizione diretta di sezioni nella direzione di visualizzazione
ed estendendo la possibilità di indagine anche verso strutture anatomiche di
dimensioni ridotte. La possibilità inoltre di sincronizzare le acquisizioni con
il tracciato elettrocardiografico del paziente espande le possibilità cliniche
dei sistemi TC anche in ambito cardiaco, fornendo una buona rappresentazione
delle arterie coronarie, caretterizzazndone la loro composizione e mettendo in
evidenza eventuali stenosi.
Numerosi sono i fattori che hanno contribuito ad
introdurre la procedura TC per l’maging delle coronarie:
-
è una metodica in
grado di produrre informazioni morfologiche accurate e riproducibili;
-
è una metodica
diffusa e i dati che ne derivano sono facilmente interpretabili;
-
è una procedura
clinica non invasiva.
Queste caratteristiche sono proprie dei sistemi TC, indipendentemente dal
numero di canali di acquisizione. L’imaging delle coronarie impone però la
considerazione anche di alcune esigenze cliniche:
-
Le arterie coronarie sono dei piccoli vasi
con un diametro delle dimensioni da 4 mm a 1 mm circa (dalla parte prossimale
alla distale), la risoluzione spaziale gioca un ruolo cruciale per ottenere una
soddisfacente capacità diagnostica.
-
Durante il ciclo cardiaco, il cuore, e di
conseguenza le arterie coronarie, si trovano in una condizione di movimento
detrminata dall’attività cardiaca stessa, il primo bisogno clinico è quello di
“freezare” il movimento cardiaco, è necessaria un’adeguata risoluzione
temporale (compresa almeno tra 70 e 250 ms) per assicurare l’assenza di
movimento sia della coronaria destra che della sinistra;
I fattori importanti per la buona riuscita di un esame per la valutazione
delle arterie coronarie sono quindi:
-
elevata risoluzione
spaziale lungo i tre assi per ridurre effetti da volume parziale;
-
disponibilità del
voxel isotropico, per ottenere ricostruzioni multiplanari lungo l’asse dei vasi
prive di distorsioni;
-
elevata risoluzione
di contrasto, per assicurare una corretta estrazione dei vasi;
-
assenza
di artefatti da movimento.
I sistemi TC Multislice
sono in grado di soddisfare le esigenze relative alla risoluzione spaziale,
temporale e di contrasto, garantendo sia qualità di immagine, grazie alla
possibilità di utilizzare spessori di strato sottili senza compromettere la
durata dell’esame, sia maggiore comfort al paziente, che dovrà mantenere
l’apnea per un tempo limitato.
E’ necessario adottare delle specifiche tecniche di
acquisizione in grado di garantire l’assoluta immobilità del cuore al fine di
poter estrapolare immagini qualitativamente soddisfacenti e prive di artefatti
da movimento.
Gli
artefatti da movimento nelle ricostruzioni del distretto cardiaco possono
essere originati principalmente da due cause:
-
movimento del torace durante l’atto respiratorio
-
contrazione del cuore durante il ciclo cardiaco
Il problema legato al movimento del torace è facilmente
superabile: con l’introduzione dei sistemi TC multistrato la durata dell’esame
si riduce a pochi secondi di acquisizione, di conseguenza consentono di
completare la scansione in una singola apnea del paziente, garantendo quindi
l’assenza di movimenti dovuti alla respirazione.
Evitare gli artefatti originati dalla contrazione del
muscolo cardiaco è un problema più difficilmente gestibile in quanto questi
dipendono, oltre che dalla frequenza cardiaca del paziente, anche dalla loro
variabilità, più o meno lineare, nel tempo.
Una soluzione
immediata prevede che l’acquisizione TC per l’imaging delle coronarie venga
effettuata in sincronizzazione con il tracciato elettrocardiografico del
paziente.
Il segnale ECG rilevato viene correlato temporalmente alle
immagini acquisite in modo da poter ricostruire la regione anatomica esplorata
solo nella fase cardiaca destinata alla diagnosi, permettendo così di ottenere
immagini “congelate” nel tempo e quindi prive di artefatti.
La fase di
ricostruzione corrisponde generalmente alla fase di fine diastole, dove il
volume del ventricolo sinistro rimane pressocchè costante per un tempo
sufficiente ad acquisire l’immagine (200 ms).
Il sistema TC
riconosce come singolo ciclo cardiaco gli intervalli di tempo inclusi tra due
picchi R consecutivi ai quali assegna virtualmente le percentuali di 0% e 100%,
che indicano l’inizio e la fine del singolo ciclo. La fase di fine diastole
viene individuata in corrispondenza di una percentuale pari al 75% del ciclo
rilevato. L’istante corrispondente al 75% del ciclo viene considerato dal
sistema come il centro della finestra temporale di acquisizione e/o di
ricostruzione, che viene stabilita misurando il tempo che intercorre tra i
picchi R-R e definendo con quale ritardo da ogni picco R effettuare la
scansione e/o la ricostruzione.
La modalità di
sincronizzazione può essere di tipo Prospettivo, con avanzamento cioè
sequenziale del lettino portapaziente ed emmissione del fascio radiogeno
esclusivamente durante la fase cardiaca da ricostruire, che viene quindi
determinata prima dell’inizio della scansione:
L’acquisizione con
sincronizzazione prospettiva viene generalmente utilizzata per la valutazione
delle placche calcifiche. In questo caso l’indagine è di tipo statico, non è
strettamente necessario disporre della ricostruzione anatomica del cuore nelle
diverse fasi del ciclo, ma è sufficiente ricostruire un’unica fase cardiaca,
quella di acquisizione, che coincide con la fine-diastole. L’obiettivo della
sincronizzazione è unicamente quello di ridurre gli artefatti da movimento
nella ricostruzione delle immagini, il dettaglio anatomico richiesto non è
necessariamente inferiore al mm, questo consente, nei sistemi multistrato a 16
canali contemporanei di acquisizione, di aprire la collimazione sull’intera
copertura del detettore lungo l’asse Z, di esplorare quindi fino 24 mm per
rotazione, riducendo a pochi secondi la durata dell’esame, e di conseguenza
l’apnea del paziente.
La modalità di acquisizione con sincronizzazione Restrospettiva
prevede l’acquisizione volumetrica del distretto cardiaco sincronizzta
temporalmente con il tracciato ECG del paziente. Il sistema è in grado di
correlare le coordinate spaziali della scansione con il ciclo cardiaco e
consentire la ricostruzione delle immagini scegliendo a posteriori una o più
fasi del ciclo che assicurano l’assenza di artefatti nella zona di interesse .
Questa modalità di
acquisizione è dedicata alle valutazioni morfologiche del distretto cardiaco.
Risulta quindi potenzialmente idonea sia al follow-up non invasivo delle
procedure interventistiche (valutazione del posizionamento di stent o bypass),
che nello screening di massa, attraverso la valutazione di eventuali stenosi
nelle arterie coronarie.
In questo caso è
necessario ottenere contemporaneamente sia la massima risoluzione spaziale, in
quanto le strutture anatomiche in esame hanno una dimensione dell’ordine del
millimetro, sia la migliore risoluzione temporale, per evitare che gli
artefatti da movimento rendano l’immagine ricostruita non dignostica. Il
protocollo di acquisizione prevede quindi necessariamente uno spessore di
strato sub-millimetrico ed una velocità di rotazione intorno a 0,4 secondi.
Risoluzione
temporale - Algoritmo di ricostruzione
multiciclo
Generalmente la
frequenza cardiaca del paziente calcolata in fase di preparazione dell’esame
non si mantiene costante per l’intera durata della scansione, ma tende ad
aumentare in relazione alla durata dell’apnea, come mostrato dal grafico, ed a
causa dell’iniezione del mezzo di contrasto.
Di conseguenza la
durata del ciclo cardiaco tende a ridursi durante l’acquisizione:
Poichè il sistema
calcola il ritardo dal picco R, per centrare la finestra di
scansione/ricostruzione in corrispondenza della fase di fine diastole (quindi
del 75% del ciclo), prima dell’inizio della scansione, se tale ritardo
rimanesse fisso durante l’intera esecuzione dell’esame, accadrebbe che, con
l’aumento della frequenza cardiaca del paziente, la finestra temporale
tenderebbe ad essere spostata verso la fase di sistole del ciclo successivo.
60 BPM Intervallo R-R: 1000 ms
75 BPM Intervallo R-R: 800 ms
100 BPM Intervallo R-R: 600 ms
Come conseguenza la
finestra immagine verrebbe centrata fuori dal momento in cui il volume del
ventricolo sinistro si mantiene costante, originando così in ricostruzione
artefatti da movimento che rendono le immagini ottenute non diagnostiche.
Figura 13: Relazione tra Finestra Immagine e qualità
diagnostica delle ricostruzioni. Il posizionamento errato della finestra
immagine è causa di artefatti da movimento.
Il
sistema per la sincronizzazione cardiaca della famiglia di prodotti Brilliance
CT (Philips) include un algoritmo di calcolo dinamico del ritardo (Delay
Algotithm®), basato sul riadattamento della finestra immagine durante la
scansione. Al rilevamento di ogni picco R dal tracciato ECG, il sistema misura
la distanza temporale con il picco R precedente, in base a questa aggiorna il
valore della frequenza cardiaca e ricalcola il nuovo ritardo che garantisce il
corretto posizionamento della finestra immagine nella fase desiderata, per
tutta la durata della scansione, indipendentemente dalla rapidità di variazione
della frequenza cardiaca del paziente in esame.
L’algoritmo
di sincronizzazione proposto ha l’obiettivo di rendere le immagini ricostruite
“motion-free” e consentire un’analisi accurata anche dei vasi delle dimensioni
più ridotte.
Nei
casi in cui la frequenza cardiaca del paziente superi 80-90 BPM, anche il
riadattamento dinamico previsto dal Delay Algotithm® potrebbe non essere
sufficiente a garantire l’assenza di artefatti da movimento. Anche la finestra
temporale minima, di 200 ms, per
l’acquisizione dell’immagine, risulta più lunga del tempo in cui il
ventricolo sinistro si mantiene a volume costante, risulta pertanto impossibile,
in questi casi, ottenere delle immagini di qualità diagnostica.
La
soluzione a questo problema consiste nel ridurre ulteriormente la risoluzione
temporale dei sistemi TC. La tecnologia attualmente a disposizione non consente
di scendere sensibilmente al di sotto di 0,4 secondi per rotazione su 360°, non
è possibile quindi ottenere vantaggi apprezzabili scegliendo la strada della
riprogettazione meccanica. Di conseguenza i costruttori hanno messo a punto un
sistema di segmentazione dei dati acquisiti gestito interamente via software,
conosciuto come Algoritmo di Ricostruzione Multiciclo.
Occorre
precisare che, per la ricostruzione di una immagine da un’acquisizione
cardiaca, i sistemi TC utilizzano l’algoritmo di interpolazione a 180°. I dati
relativi ai 360° di una rotazione completa vengono cioè ottenuti memorizzando
le proiezioni campionate su 180° (metà rotazione) e, presupponendo che ad ogni
proiezione ne corrisponda una di stesso valore rilevabile nella stessa
direzione ma in verso opposto, i 180° già memorizzati vengono duplicati in ordine
invertito sui 180° rimanenti. Per ottenere una rotazione completa, vengono cioè
acquisiti dati per metà rotazione e creati virtualmente per la seconda metà.
L’apertura della finestra temporale di acquisizione, con tempo di rotazione di 0,4 (400
ms) secondi su 360°, è quindi pari a 200 ms (tempo necessario per eseguire una
rotazione di 180°), in grado di garantire assenza di artefatti solo in presenza
di frequenza cardiaca sufficientemente bassa.
Con l’aumentare della frequenza cardiaca, con la riduzione
quindi della durata del singolo ciclo, è possibile dimezzare la finestra
immagine combinando i dati acquisiti in
corrispondenza di due cicli cardiaci consecutivi, ma in corrispondenza dello
stesso volume anatomico. La finestra immagine in questo caso si riduce
virtualmente a 100 ms.
Questa particolare modalità di ricostruzione non implica un
aumento della dose al paziente in quanto non è necessario acquisire due volte
lo stesso volume, ma semplicemente utilizzare i dati rilevati da corone
differenti di detettori.
Il protocollo di acquisizione volumetrica prevede valori di
Pitch compresi tra 0,2 e 0,4, una sovrapposizione quindi del 60% - 80% per ogni
rotazione. I dati campionati in rotazioni successive, relativi a cicli cardiaci
consecutivi, ma riferiti alla stessa porzione di volume sono quindi già a
disposizione del sistema, che provvede off-line a combinarli in modo opportuno.
L’algoritmo “Adaptive Multicycle Algorithm” della
famiglia TC Brilliance è in grado di dimezzare ulteriormente la risoluzione
temporale combinando i campionamenti derivanti da quattro cicli consecutivi e
ridurre la finestra immagine virtuale a 50 ms.
Estrazione dell’albero
coronarico
La disponibilità di sistemi di calcolo evoluti consente di
gestire facilmente anche volumi di dati corrispondenti a centinaia di immagini,
come accade nelle indagini Cardio TC. L’automatismo raggiunto dai programmi di
post-processing rende i tempi di elaborazione dell’ordine di pochi minuti
mantenendo l’accuratezza dei risultati.
L’estrazione dei vasi da analizzare, dal volume di
interesse acquisito, viene effettuato tramite algoritmi di generazione del
percorso computer-assistiti dove l’operatore definisce un punto sul vaso da
ricostruire su un’mmagine assiale o direttamente su una ricostruzione in Volume
Rendering.
Il programma individua nello spazio tutti i voxel contigui
il cui valore rappresenta la densità del mezzo di contrasto, ne traccia
automaticamente il percorso lungo il centro e lo rappresenta in 2D con
ricostruzioni multiplanari oblique o disponendo il percorso lungo una linea
retta, da cui risulta più immediata la visualizzazione dei punti di ostruzione.
L’individuazione automatica dei vasi consente di ottenere
le sezioni della singola struttura sempre perpendicolari al suo centro, in
qualsiasi punto del percorso calcolato. Le valutazioni sui livelli di
ostruzione vengono poi automaticamente determinate mettendo in relazione i
valori calcolati di diametro e di area delle sezioni dell’intero vaso.
Valutazione dei parametri funzionali
La possibilità di
disporre di informazioni morfologiche accurate e riconducibili a qualsiasi fase
del ciclo cardiaco, ottenute con brevissimi tempi di acquisizione ed
elaborazione e con un’invasività pressocchè inesistente per il paziente, sta
aprendo nuove frontiere che riguardano la valutazione della funzionalità
cardiaca, fino ad oggi oggetto di indagine di metodiche differenti dalla
Tomografia Computerizzata.
La differenza del
valore di Unità Hounsfield tra liquido di contrasto e parete muscolare consente
l’individuazione delle superfici delle camere cardiache. Attraverso le
ricostruzioni multiplanari lungo l’asse corto, l’asse lungo orizzontale e
l’asse lungo verticale è possibile individuarne i volumi, che, se correlati tra
loro nelle diverse fasi del ciclo, consentono di ottenere una valutazione
quantitativa dei parametri funzionali rappresentabili sia numericamente (Fig.
23) che una rappresentazione grafica del movimento attraverso ricostruzioni
3D-SSD (Fig. 24) o mappe di Bull’s Eye (Fig. 25).