La nostra struttura offre alle donne una sezione dedicata alla senologia per garantire un percorso diagnostico completo per le patologie della mammella.
L’iter prevede:
- visita senologica, consigliabile una volta l’anno per le donne a partire dai 25 anni
- mammografia, da eseguire una volta l’anno, dai 40 anni
- ecografia, indicata a completamento della visita senologica dopo i 25 anni, o della mammografia dai 40 anni
- risonanza magnetica, senza e con somministrazione di mezzo di contrasto, a completamento dell’iter diagnostico in casi selezionati
In linea con la nostra strategia di avanguardia tecnologica, disponiamo di un nuovo apparecchio mammografico digitale con tomosintesi, il GE Senographe 3D Mammography Essential, di un potente ecografo Philips e di una risonanza Philips Achieva 1,5 T ad alto campo.
Che cos’è?
La Tomosintesi è in grado rilevare, con una elevata accuratezza diagnostica, lesioni tumorali di piccole dimensioni riducendo i falsi positivi e la necessità di ricorrere ad ulteriori approfondimenti diagnostici.
Perchè si fa?
A completamento della mammografia, lo specialista senologo potrebbe richiedere un esame ecografico, che non è mai sostitutivo, ma complementare, mirato sulle immagini radiografiche.
La risonanza magnetica mammaria rappresenta l’indagine di secondo livello, che si effettua solitamente dopo mammografia ed ecografia, e fornisce dati aggiuntivi ai risultati già ottenuti con l’imaging senologico tradizionale.
Queste indagini sono fondamentali per la prevenzione, al fine di verificare la presenza o meno di lesioni di piccole dimensioni che si presentano sotto forma di opacità nodulari a margini irregolari, microcalcificazioni polimorfe, oppure aree di distorsione strutturale prima che siano palpabili e si manifestino altri sintomi, e quando ancora le possibilità di recupero e guarigione sono elevate.
D’altra parte sono necessarie per la stadiazione della neoplasia, nel follow up di malattia già nota e nello studio selettivo delle protesi mammarie.
Informazioni utili
In virtù della bassissima dose di raggi X è possibile eseguire periodicamente mammografie, senza significativi rischi. Questo permette di ripetere l’esame anche una volta l’anno, cominciando dai 40 anni.
L’esame non è doloroso, provoca solo un lieve e momentaneo disagio per il delicato sistema di compressione sulla mammella, necessario per ottenere immagini più nitide e precise.
Non occorre osservare particolari accorgimenti e nessun tipo di preparazione nei giorni precedenti l’esame, tuttavia è opportuno evitare l’uso locale di qualsiasi tipo di cosmetico, olio, crema e soprattutto talco.
Le pellicole radiografiche, devono esser necessariamente conservate con estrema cura e presentate ad ogni successivo controllo medico.
Controindicazioni
L’esame mammografico è controindicato durante la gravidanza. È fondamentale informare il personale sanitario del Centro di accertata o presunta gravidanza in atto, prima di sottoporsi a esami che prevedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
In caso di nodulo mammario o di un’area alterata e non meglio definita, può talvolta essere necessario effettuare un prelievo per studiare le cellule che la compongono e capirne meglio la natura.
Per questo presso il nostro Centro è possibile sottoporsi ad ulteriori approfondimenti specialistici qualora lo specialista lo richiede.
- agoaspirato (prelievo citologico)
- agocentesi (prelievo delle formazioni cistiche)
- prelievo e analisi del secreto
Agoaspirato (prelievo citologico)
Il metodo più semplice ed immediato è l’agoaspirato (prelievo citologico). Questo esame è chiamato Fine Needle Apiration (FNA o anche FNAB o FNAC). Il prelievo è effettuato con un semplice ago da siringa, guidato spesso mediante ecografia, all’interno del nodulo o dell’area ghiandolare meritevole di approfondimento.
Questa metodica è minimamente invasiva e non necessita di anestesia locale e di alcuna preparazione. Può essere utilizzata anche per l’agoaspirazione di linfonodi sia in sede ascellare che in altre sedi vicine alla mammella (vicino allo sterno o al di sopra della clavicola).
Se il materiale raccolto è modesto questo viene strisciato direttamente su due o più vetrini, colorato e sottoposto ad esame citologico. Nel caso in cui il materiale sia più abbondante, come ad esempio nello svuotamento di una formazione cistica, bisognerà prima centrifugarlo (agocentesi).
Verrà poi sottoposto all’esame del citologo che porrà la diagnosi.
L’esame risulta particolarmente prezioso proprio perché ben tollerato e pressoché indolore, rapido, eventualmente ripetibile e si presta particolarmente bene a prelievi multipli sulla stessa mammella o su entrambe. Non ha controindicazioni, non è pericoloso perché non provoca la disseminazione di eventuali cellule tumorali (qualora presenti) e non causa effetti collaterali.
Indicazioni, possibilità e limiti dell’esame citologico
L’esame citologico viene eseguito su lesioni o noduli mammari nei seguenti casi:
- Per confermare la natura benigna di una lesione di recente insorgenza, con aspetto ecografico non sospetto.
- Nel caso in cui sia stato necessario svuotare una cisti per confermarne l’assoluta benignità.
- Nel caso di nodulo sospetto quale esame di prima istanza e particolarmente quando per le dimensioni del nodulo, la sua posizione anatomica o per problemi di rapidità della risposta si ritenga utile fare un esame citologico e non istologico.
- Nel caso di donne con tumore maligno già accertato e confermato cito/istologicamente che presentino più di un nodulo nella stessa mammella o nella controlaterale. In questo caso escludere o confermare la presenza di un tumore multicentrico (più focolai di tumore nella stessa mammella o anche nella controlaterale) ci permette di giungere ad una accurata programmazione dell’intervento in fase pre-operatoria.
- In caso di linfonodo del cavo ascellare o di altre regioni vicine alla mammella (vicino allo sterno o al di sopra della clavicola) ingrossato o sospetto, per poter verificare se fosse sede di metastasi. In caso di risposta affermativa si potrà evitare di allungare i tempi operatori evitando la ricerca del linfonodo sentinella e ci aiuterà a stadiare meglio il tumore.
- In caso di risonanza magnetica che abbia evidenziato zone di alterata vascolarizzazione, oltre a quelle legate al tumore già diagnosticato.
- Nel follow-up di pazienti operate per verificare eventuali nodularità o alterazioni in sede pericicatriziale (il più delle volte legate agli esiti della terapia chirurgica o radiante).
Secreto mammario
Le cellule che si distaccano naturalmente dalla ghiandola mammaria possono essere trascinate lungo i dotti fino all’esterno del capezzolo insieme al secreto mammario e lì essere raccolte (secrezione spontanea).
Talora per facilitarne la fuoriuscita si effettua una piccola pressione nella zona dell’areola (secrezione provocata). Nella maggior parte dei casi un secreto (al di fuori del periodo dell’allattamento) è legato a piccoli squilibri o variazioni ormonali. In rari casi può essere indice di una patologia benigna (iperplasia, papilloma) e in casi ancora più rari può essere uno dei segnali della presenza di un tumore.
Sarà il clinico, in base alle caratteristiche della secrezione (mono o bilaterale, monoorifiziale o pluriorifiziale – cioè se proveniente da uno o più dotti, colore, etc.), a decidere se è il caso di raccoglierla su dei vetrini e sottoporla ad esame citologico.