S.Perrone,M.Stefanelli,S.Esposito,A.Martinucci,A.Fracasso,M.Dimonte
Servizio di
Radiologia Ospedale "Cardinale Panico" Tricase.
Scopo del nostro
lavoro è quello di confrontare due tecniche di colangiopancreatografia con RM (CPRM),
tecnica standard CPRM TSE T2 3D e nuove sequenze SSHOT TSE (HASTE), nello studio
della patologia biliare, correlando i risultati con tecnica endoscopica ERCP.
Materiali e
Metodi.
Sono stati studiati
dal febbraio 97 al giugno 2002 con tecnica TSE T2 3D, 118 pazienti ( 73 di sesso
femminile e 45 di sesso maschile) e dal Giugno 2002 ad oggi 40 pazienti ( 22 di
sesso femminile e 18 di sesso maschile) con tecnica SSHOT TSE ( HASTE), di età
compresa tra i 22 e gli 89 anni.
Nel primo gruppo di
118 pazienti l'esame colangiografico è stato condotto con magnete
superconduttivo da 1,0 T ( Philips gyroscan T1) utilizzando la bobina per il
corpo.
Abbiamo sfruttato
una sequenza Turbo-Spin-echo 3D con soppressione del tessuto adiposo ( tecnica
SPIR-Spectrally Selective IR) con i seguenti parametri: TR 2000 ms, TE 700 ms,
Turbo Factor 101.
La matrice
utilizzata è stata 256 x 512, con 2 eccitazioni ed un tempo di acquisizione di
6' e 20".
Sono state
acquisite 50 immagini sul piano coronale con uno spessore di strato di 2 mm ed
un FOV di 375 mm.
Il trigger
respiratorio è stato utilizzato al fine di ridurre gli artefatti da movimento.
Nel post-processing
abbiamo ricostruito le immagini ottenute con la tecnica MIP.
Il secondo gruppo
di 40 pazienti è stato studiato con la stessa apparecchiatura ( dopo
implementazione dei gradienti da 15 e 23 mT/m) utilizzando la bobina multicanale
(Phase array).
La tecnica
utilizzata è la sequenza TSE 2D SSHOT con i seguenti parametri: TR 8000 ms, TE
800 ms, TSE Factor 205 e FA 90°.
La matrice
utilizzata è stata 256 x 256, con 1 eccitazione ed un tempo di acquisizione di
40".
Sono state
acquisite 9 immagini sul piano coronale radiale con uno spessore di strato di 40
mm ed un FOV di 250 mm.
Le scansioni sono
state condotte in apnea.
In tutti e due i
gruppi si sono utilizzate, a completamento dello studio addominale, sequenze T2
pesate e T1 ( prima e dopo la somministrazione di mdc).
La casistica del I
gruppo è così composta:
65 pz. con
calcolosi del coledoco
10 pz. con
neoplasia primitiva delle vie biliari
22 pz.con k pancreas
8 pz.
colecistectomizzati con dilatazione aspecifica delle vie biliari
3 pz. con ampullomi
1 pz. con
compressione ab estrinseco da k pancreas
6 pz. con stenosi
infiammatoria della papilla di Vater
3 pz. con sindrome
di Mirizzi.
La casistica del II
gruppo è così composta:
31 pz. con
calcolosi
5 pz. con k
pancreas
3 pz. con k delle
vie biliari
1 pz. con stenosi
infiammatoria delle vie biliari.
Risultati.
Entrambe le
tecniche colangiografiche sono risultate valide nella diagnosi delle patologie
in esame.
Non abbiamo
riscontrato nel nostro studio grosse differenze tra le due tecniche nel
dimostrare la sede della stenosi e la sua causa.Tutti i casi studiati hanno
ritrovato conferma nel successivo controllo ERCP.
Discussione e
Conclusioni.
La
colangiopancreatografia con RM da diversi anni viene utilizzata come metodica
non invasiva per lo studio dei pazienti con ittero ostruttivo.
Tale tecnica
fornisce immagini morfologiche delle vie biliari simil colangiografiche,
permettendo di dimostrare la sede, l'estensione e la causa dell'ostruzione.
La nuove tecniche
colangiografiche TSE 2D SSHOT e le nuove bobine Phase array, da poco in
dotazione nel nostro servizio, non modificano significativamente il guadagno
diagnostico.
L'uso delle bobine
multicanale consente, tuttavia, di ottenere immagini con più alta risoluzione
spaziale e di contrasto, permettendo di utilizzare matrici di acquisizione
elevate e, soprattutto, campi di vista ridotti.
Le nuove sequenze
dinamiche SSHOT, grazie all'elevato fattore Turbo, permettono di esaltare il
segnale dei fluidi stazionari e di ottenere immagini colangiografiche in tempi
molto brevi, riducendo notevolmente gli artefatti respiratori nei pazienti
collaboranti.
Esse risultano
particolarmente vantaggiose, oltre che per il ridursi del tempo di impegno
macchina, per lo studio dei pazienti claustrofobici o scarsamente collaboranti.